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IL RITORNO DI LANVIN - LA MAMMA, LA BAMBINA E LA PENCIL CAT, UNA STORIA TUTTA ORIENTALE

  • Immagine del redattore: MY MODAMORE
    MY MODAMORE
  • 8 ago 2020
  • Tempo di lettura: 4 min

Pencil Cat - Foto di Lanvin Official

Ci sono alcuni brand, anche storici, che dopo periodi di grande risalto perdono gradualmente la presa sul mercato fino ad essere quasi dimenticati. Negli anni ho visto "tramontare" molte firme, anche italiane che, quando ero piccola, erano molto in voga. Capivi che qualcosa non andava quando vedevi un brand esposto ad un prezzo speciale al supermercato, nel settore dedicato all'abbigliamento. Per me che sono di Ferrara, l'IperCoop era il metro di misura: trovare una firma dentro la Coop era sintomo di crisi. Questo ti stupiva ma ti consentiva di portare a casa, ad un ottimo prezzo, un capo firmato o un articolo per la casa - anche soltanto delle spugne - dal design particolare: tu eri contento ma, in realtà, quella casa di moda stava collassando e si rifugiava nella grande distribuzione.


Negli ultimi anni alcune firme sono rinate grazie a brillanti designer e professionisti del marketing che hanno spinto così tanto il marchio da renderlo "virale" soprattutto tra i giovani. Come queste, credo che anche per Lanvin sia giunto il momento del riscatto o almeno si sta impegnando molto in questa direzione.

Infatti, la campagna che sta facendo per rilanciare il proprio marchio sta catturando l'attenzione grazie anche all'utilizzo dei social che si riconfermano un ottimo mezzo pubblicitario. Ed è proprio su Facebook che ho notato la ripresa decisa della Maison, attraverso un accessorio femminile intramontabile e necessario e cioè la borsetta.



C'è chi la ama, chi la definisce eccentrica e chi addirittura kitsch, la borsa della Lanvin divide le opinioni ma si fa notare.


Il modello tanto discusso è la borsa gioiello pencil cat in vitello, caratterizzato da un manico in ottone a forma di gatto e con la chiusura impreziosita dal logo ufficiale. Si può indossare sia a mano che portare a tracolla, nel colore azzurro Lanvin, bordeaux o nel classico nero.

Siamo nell'epoca in cui si è visto ormai di tutto, nell'anno del color block e degli accessori vistosi: i dettagli perfezionano e completano anche l'outfit più semplice, rendendolo a volte fin troppo pieno. Basti pensare al layering e cioè la moda di sovrapporre i gioielli: quest'estate non c'è nulla di più fashion!


Tornando a Lanvin, vedere questa sua rinascita ha acceso la mia curiosità, di sapere cosa fosse successo nel tempo, chi fosse in realtà, perché ricollegavo il marchio alla L'Oreal ma, attraverso i ricordi di mia mamma, sapevo che era una casa di moda storica e che c'era di più.


E infatti è così, è veramente un pezzo di storia e, se posso dirlo, un pezzo nostalgico perché, purtroppo, il tempo ha cambiato notevolmente questo atelier che, per chi non lo sapesse, è il più antico della Francia.

Quello che, però, ignoravo è che di francese, ormai, conserva solo il nome e la storia.


Fondata a Parigi nel 1885 da Jeanne Lanvin, si afferma dapprima con la produzione di abiti per signora e per bambine: non a caso il logo della Maison rappresenta una mamma ed una bambina intente a giocare.

La mamma e la bambina - logo ufficiale di Lanvin

Negli anni successivi conosce nuovo prestigio grazie ad una linea ben riuscita di profumi ma, poi, produce un po' di tutto dall'intimo, agli articoli di home design all'abbigliamento maschile, finché non incontra una crisi che vede piano piano calare su di sé il sipario.

Dopo diversi "passaggi di mano" e di direzione artistica, oggi Lanvin è controllata dal colosso cinese Fosun International - che detiene la maggioranza della azioni - conosciuto per essere, tra le altre cose, il proprietario di ClubMed, Fabergé e Caruso.


Non è una novità che le case di moda ricorrano a grandi investitori stranieri o in casi estremi alla vendita del marchio; come sappiamo, il settore della moda è fortemente in crisi e senza queste operazioni finanziere probabilmente non potremmo neppure ammirare le creazioni che hanno fatto sognare intere generazioni. Non ne sono, infatti, rimasti indenni neppure firme famose del made in Italy come ad esempio Krizia, Sergio Tacchini, Cerruti, Roberta di Camerino e perfino Salvatore Ferraragamo: ognuna di loro ha stretto un legame con la Cina attraverso la cessione di quote azionarie, in alcuni casi anche del 100%.

Del resto si sa che la Cina ha un debole per i beni di lusso e per i prodotti Italiani, tanto che a Shangai si tengono convegni focalizzati sulle strategie di acquisizione dei luxury brand italiani.

Ma questo fenomeno riguarda anche altri settori, non solo a livello nazionale, come ad esempio le Telecomunicazioni e il Food: i prodotti europei sono infatti molto ricercati.


Anche se tanti storcono il naso per la perdita delle radici del brand, dobbiamo sperare che Lanvin possa godere di questo sodalizio e tornare ad essere prestigiosa come un tempo restituendo alla memoria nuovi e prestigiosi contenuti da raccontare alle generazioni future.


Per saperne di più sulla romantica storia che si nasconde dietro il logo di Lanvin guarda questo video pubblicato da Grazia. Clicca qui!



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Tutte le foto sono state prese da Lanvin Official Website mentre quella della copertina dall'account ufficiale di Facebook, sempre di Lanvin.

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